Following the map
 
2011, diptych 50 x 50 cm, oil on canvas
 
Samantha Torrisi
 
L’opera di Samantha Torrisi, nella sua essenza stessa di fotogramma rubato a un continuum diacronico, sembra evocare lo straniamento e la solitudine della goccia nel mare del reale, dell’istante nell’inesorabile scorrere del tempo.
 
Il primo guizzo razionale che ci coglie, subito dopo l’impatto emotivo, è la casualità del soggetto e del luogo, ma solo in apparenza: casuale può essere una posa nel suo tentativo di cogliere e realizzare l’intenzione plastica; casuale è la memoria; mentre lo stand-by è il controllo più netto e spietato che la tecnologia abbia saputo imporre al tempo e, qui, la pittura infligge il suo ulteriore controllo e il suo potere su entrambi.
 
L’elezione dell’attimo, i cui soggetti di Samantha Torrisi sono protagonisti profondamente veri perché ignari, sembra rendere dignità a fotogrammi infinitesimali, trascurati, dimenticati nel tempo, fissandoli alla luce degli olii, restituendo allo spettatore un immediato senso di caducità mortale. La figura sbaffata, slabbrata, è unità di riferimento per lo straniamento dei grandi spazi in quanto presenza viva, emotiva, proiezione dell’osservatore, delle sue solitudini e nostalgie narrate all’interno dello spazio pittorico che, in alcune opere, diventa anche spazio in moto in cui la figura umana, sbalzata fuori da quadro, viene riunificata con lo sguardo dell’osservatore in un percorso di ritrovamento, di scoperta, di esplorazione, verso chissà quali future attonite istantanee rubate al flusso incessante dell’essere.
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